Ho provato a scrivere qualcosa senza pretese pescando informazioni qua e là... vi sarei grato se poteste darci un'occhiata e suggerirmi eventuali correzioni e/o integrazioni.
Grazie.
Introduzione al rendering
Come noto, con il termine anglosassone “rendering” viene definito il processo di “resa” (c.d resa 3D) di una scena tridimensionale ottenuta da un modello, tramite il calcolo algoritmico di un’immagine (rappresentazione della luce). In ambito professionale rappresenta l’ultimo stadio nel flusso delle prestazioni connesse alla progettazione architettonica; se realizzato in maniera adeguata consente di avere a disposizione uno strumento utile al fine di prevedere non solo l’aspetto finale di un oggetto o di un’opera edile (sia per quanto riguarda gli “interni” che gli “esterni”), ma anche il comportamento della stessa rispetto all’ambiente esterno ed alla collocazione geografica. In tal modo è possibile rendere comprensibile in maniera accurata le intenzioni progettuali anche a chi non ha dimestichezza con i tradizionali elaborati tecnici (piante, prospetti, sezioni, ecc.), oltre ad essere di ausilio allo stesso progettista per i medesimi motivi. Analogamente diventa indispensabile qualora insista la necessità di valutare l’impatto ambientale di un nuovo edificio o di una modifica, relazionandolo all’ambiente circostante tramite le procedure di “inserimento in sito”.
Sul mercato sono disponibili diversi software che vengono utilizzati esclusivamente per i processi di rendering (significa che il modello tridimensionale deve essere costruito con altri programmi dedicati); tali software sono comunemente noti come “motori” o “engine” e possono essere integrati in pacchetti completi, indipendenti o distribuiti secondo la filosofia dell’open-source. Ogni programma è dotato delle proprie peculiarità che possono renderlo più o meno adatto alle esigenze professionali di ciascuno; risulta però imprescindibile considerare quantomeno due fattori fondamentali: qualità della resa rapportata ai tempi di calcolo (tralasciando chiaramente l’aspetto del mero costo del software…); un ulteriore precisazione è opportuna circa la differenza tra software di render biased ed unbiased: con il primo termine viene indicato genericamente un algoritmo di calcolo che utilizza delle approssimazioni al fine di generare immagini in tempi relativamente accettabili; il secondo, viceversa, sta a significare che l’algoritmo “convergerà” sempre verso una soluzione corretta dell’equazione implementata, in quanto tratterà l’illuminazione della scena secondo le leggi di propagazione della luce (variazione del campo elettromagnetico) senza utilizzare artifizi particolari. Naturalmente ciò garantisce un risultato dall’impatto marcatamente realistico, a fronte di tempi di calcolo relativamente prolungati con un consistente assorbimento di risorse da parte del calcolatore (in qualsiasi caso per poter utilizzare tali software in condizioni accettabili sono necessari computer dotati di configurazioni hardware di fascia alta). Da tenere presente altresì, come caratteristica importante del software, la complessità di utilizzo riferita in particolare alla definizione dei parametri di settaggio del rendering ed alla competenza di utilizzo richiesta (facilità di apprendimento).
Le due tipologie di algoritmi più diffuse vengono definite ray tracing e radiosity; il primo è basato sul concetto che quando un raggio colpisce una superficie può generare fino a tre nuovi tipi di raggio: riflessione, rifrazione ed ombra. Un raggio riflesso continua nella direzione della riflessione a specchio su di una superficie lucida; a questo punto interagisce con altri oggetti della scena: il primo oggetto che colpisce sarà quello visto nel riflesso presente sull'oggetto originario. Il raggio rifratto viaggia attraverso il materiale trasparente in modo simile, con l'aggiunta che può entrare o uscire da un materiale; il secondo metodo tratta i percorsi luminosi che partono da una sorgente e vengono riflessi diffusivamente prima di colpire l’occhio dell’osservatore; l’inclusione della radiosità all’interno del processo di resa aggiunge un alto realismo al risultato finale.
La procedura di preparazione di un rendering risulta, in generale, abbastanza schematica: partendo dal modello tridimensionale, si procede essenzialmente con l’assegnazione dei materiali (texture) e delle luci (artificiali e naturali, quindi impostando la posizione del sole in base alle coordinate geografiche della località, all’orientamento ed alla data); in base al software è inoltre possibile intervenire su altre variabili, al fine di migliorare il risultato finale; una volta selezionata una vista è possibile avviare la procedura di calcolo, impostando risoluzione e dimensioni desiderate per l’immagine finale; in tale modo è possibile ottenere ottimi risultati solo se in fase di settaggio di materiali e luci siano stati impostati i parametri in maniera corretta: il segreto di un rendering ben riuscito. Successivamente è possibile eventualmente intervenire sull’immagine elaborata in post-produzione tramite l’ausilio di software di fotoritocco per effettuare correzioni ed ulteriori elaborazioni.
In fondo, anche questa è una forma di arte in quanto la capacità e sensibilità del professionista sono essenziali per raggiungere lo scopo che ci si è prefissi. In questo ambito più che in altri non può certo valere il detto che “…fa tutto il computer…”
(Fonti infobibliografiche:
http://it.wikipedia.org –
www.archiradar.it)