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ArchiRADAR Pub => Topic aperto da: pierpaolo - 16 Gennaio 2006, 17:35
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volevo dare un pò di movimento ai prospetti!
GRAZIEEEEEEEEEEEEEE
ricorda però che questi artifici non sempre sono ben visti...poichè non trovano una loro giustificazione in una funzione...naturalmente però, se tu ce l'hai, è ok :wink:
Pier Paolo
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Purtroppo lo so,
però ora sono una stundentella e posso divertirmi un pò con le forme ed esprimere ( magari esagerando) il mio estro, perchè no! Anche se a volte non mi sento così coragiosa e così libera di osare di più!
So che nella realtà sarà difficile trovare una committenza pronta ad accettare qualcosa che sia diverso da quello che è abituata a vedere e a vivere! Però magari fra qualche anno le cose cambieranno (o forse stanno già cambiando) grazie al duro lavoro di voi architetti contemporanei! Sperando che andare dall'architetto nn sia più un optional ma una vera e propria esigenza!
e poi perchè giustificare sempre tutto con una funzione, in fondo gli architetti sono anche artisti!
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In fondo il mio prof. di Progettazione II (un bEEELL po' di anni fa..) diceva sempre che Libeskind era un incapace... e adesso lui progetta il World Trade Center, mentre il prof. sicuramente progetta ancora le sue bellissime aiuole spartitraffico ;););)
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per "giustificazione in una funzione" io intendevo qualsiasi cosa...dall'esigenza di ricreare particolari effetti di luce, all' esigenza di far emergere la propria "vision"...in questo senso io non ti dico di non osare anzi il contrario :D ti dico di spingerti oltre!!! e di non limitarti a fare storte le porte, per dare movimento ai prospetti, ma di storcere i prospetti stessi...non pensare a porte e a finestre così come si intendono quotidianamente ma pensa il tutto come superfici, come volumi...
Pier Paolo
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Splendidi esempi Pier ;););)... ti quoto al 100%
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In fondo il mio prof. di Progettazione II (un bEEELL po' di anni fa..) diceva sempre che Libeskind era un incapace... e adesso lui progetta il World Trade Center, mentre il prof. sicuramente progetta ancora le sue bellissime aiuole spartitraffico ;););)
anche ora è così :wink: ma questo perchè i prof di adesso vengono tutti da una scuola fortemente razionalista...fortunatamente il mio prof, anche se formatosi anche lui con la scuola razionalista, è un instancabile scopritore di forme nuove !
libeskind aaa libeskind...ti ODIO !!!! SEI GENIALE !!!!!!!!!!!!!!! :D :D :D
Pier Paolo
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purtroppo i prospetti nn posso storcerli, perchè sto lavorando su un edificio preesistente e ci sono un pò di vincoli!
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Tanto decostruttivismo....
mirate pure ste belle fotine...
saluiti e osate gente osate...
(http://img.photobucket.com/albums/v298/sealx/icons_smilies/face-laugh.png)(http://img.photobucket.com/albums/v298/sealx/icons_smilies/face-laugh.png)(http://img.photobucket.com/albums/v298/sealx/icons_smilies/face-laugh.png)
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:D :D scoprire che in questo forum ci sono estimatori del decostruttivismo, mi ha fatto un piacere immenso; se poi penso che mi trovo tutti i giorni a combattere con persone che pensano che l'architettura di Aldo Rossi è la risposta a tutti i mali del mondo, la cosa prende ancor piu valore!!
Non mi stupisce che i professori diano determinati indirizzi agli studenti, e questo è il motivo principale della attuale situazione architettonica italiana:
veramente triste.
Non a caso tutti i piu importanti concorsi li vincono gli stranieri.
Comunque per fortuna esistono anche professori che sono un po piu in là con la mente, e io devo solo ringraziare il mio di composizione arch I (preistoria!!), che già nei primi anni 90 teneva lezioni su eisenmann e decostruttivismo!!
ff
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ciao ff,
eisenmann :?: decostruttivismo :?: non direi proprio, o per meglio dire, diciamo che l'amico Peter non parte proprio da li, ma da un concetto quasi diametralmente opposto che è il razionalismo (vedi Terragni e Casa del Fascio).
il suo modo di fare architettura, a mio giudizio, rappresenta l'estremizzazione del concetto di razionalismo appunto: partendo dal massimo della rigidezza compositiva (la griglia strutturale appunto), moltiplicandola, distorcendondola, scomponendola e ricomponendola nello spazio.
che poi il risultato finale sia una architettura "decostruita", è solo una interpretazione a posteriori giusta ma discutibile, come del resto lo sarebbe se dicessimo che alla fine le sue opere sono annoverabili tra l'architettura espressionista.
bye by WF
ps. bello accendere il dibattito ogni tanto. :wink: del resto architettura non è solo hardware e software
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Giusta osservazione WF, ma il decostruttivismo è proprio questo a mio modo di vedere: La riduzione agli elementi semplici di un organismo, e la successiva ri-composizione degli stessi secondo regole diverse; Nessuno inventa niente! Eisenmann infatti parte addirittura (prima che dal grande Terragni) dalla decostruzione in letteratura e filosofia, dalle opere di Derrida per esempio per poi applicare questi concetti all'architettura.
Come lo stesso l'opera della della grande Zaha Hadid (la mia preferita) ha pescato molto nel Costruttivismo russo.
Il fatto è che si fa molta confusione, in generale, dove basta vedere un paio di muri inclinati e si grida al decostruttivismo.
Io personalmente apprezzo molto questo tipo di architettura, oltre che per le forme e per lo spazio che creano, per il fatto che hanno messo in discussione quelli che sono considerati ,in italia in modo eccessivo a mio modo di vedere, i dogmi assoluti dell'architettura, che oltre alla rigidezza della forma, portano a quella della mente.
...ma questo è soltanto il frugopensiero
ciao e daccordo col tuo ps.
ff
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Bello questo dibattito...
Personalmente apprezzo moltissimo Terragni e condivido il "frugo-pensiero", ho cominciato ad apprezzare la corrente decostruttivista proprio per averne sempre sentito parlare malissimo (all'università... dove ci sono parecchi "rosiconi").
Se qualcuno di voi ha letto l'ultimo numero di "L'architettura - Cronache e storia" interamente dedicato a Firenze capirà bene a quali "appigli" si attaccavano (e si attaccano tuttora vedo..) i professori... sempre piagnistei su piagnistei, parlano pure male ancora del piano Poggi del 1863 (!!!!), nemmeno dopo 150 anni uno può riposare in pace ;)
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Ho spostato qui la discussione... non si parlava più della porta ;)
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effettivamente il legarsi in maniera indissolubile al nostro passato culturale diviene (almeno negli ambienti culturalmente più attivi (accademie e atenei)) un limite quando dovrebbe essere invece un punto di partenza per compiere quel processo evolutivo che ha contraddistinto l'intera storia dell'architettura (basti pensare al passaggio dall'architettura romanica al gotico e quindi al rinascimento e poi barocco e infine neogotico).
il problema della contemporaneità, se vogliamo, sta nella velocità con cui questo processo di cambiamento/maturazione avviene, infinitamente maggiore di quanto non accadesse prima, tanto da impedire qualsiasi tipo di codificazione del linguaggio architettonico. da qui, a mio avviso l'impossibilità di formare un codice contemporaneo per l'architettura, che a molti fa spavento o da fastidio, in quanto fa venir meno un senso di appartenenza ad una corrente ben definita e canonizzata, caratterizzata da un linguaggio certo e soprattutto dalla riconoscibilità.
oggi infatti è più comune sentir parlare di un progetto alla Renzo Piano, piuttosto che alla Ghery, che non di progetto neo espressionista piuttosto che "futurmodernista". l'unica eccezione in questo senso, attualmente, penso la offra la corrente minimalista, anche se il più delle volte si propone come cifra modaiola più che come risultato di una ricerca.
ultima considerazione, e rimane comunque una mia opinione, è che parlando il linguaggio della nostra tradizione comunque ci sia ancora molto da dire, l'importante è farlo con un orecchio teso a ciò che ci arriva da fuori, pronti a recepire positivamente ogni messaggio e reinvestirlo in crescita ed sviluppo del proprio pensiero.
bye by WF