Qualche anno fa mi era venuta la stessa curiosità.
Negli stand delle fiere ogni tanto capeggiano dei meravigliosi manifesti con immagini di edifici progettati da architetti famosi: all'epoca in quello della Cigraph ce n'era uno della torre di Renzo Piano a Sydney, messo in grande evidenza a suggerire che il grattacielo fosse stato progettato con ArchiCAD.
Quando venne inaugurato il Guggenheim di Bilbao, invece, sulle riviste specializzate furono pubblicati diversi articoli su Frank Gehry in cui si elogiava l'incredibile utilizzo del computer per progettare l'opera. Addirittura in un libro si narrava la leggenda che l'architetto nel suo studio avesse casualmente trovato un computer, lasciato dall'azienda che aveva in fitto il locale in precedenza, nel quale vi era installato Catia e si raccontava di come il maestro avesse iniziato ad utilizzarlo per gioco.
Ultimamente invece le case produttrici di programmi di rendering fanno a gara ad annunciare che 70/80/90 studi di architettura su 100 dei più importanti al mondo utilizzano il loro software.
Fa un po' parte del gioco della comunicazione e del commercio.
La questione infatti inevitabilmente porta a pensare che il programma più diffuso sia anche il migliore, cosa non sempre vera.
Non credo che nessuno dei grandi, più famosi o più pagati progettisti abbiano interesse a parlare dei programmi che utilizza, né che i loro studi utilizzino un software soltanto. Probabilmente ne utilizzeranno tanti, così come tanti sono gli "operatori" che ci lavorano.
Il tentativo di rispondere in maniera semplice alla domanda sul software più potente / più usato / più veloce può facilmente degenerare in un sterile confronto in stile Commodore 64 VS Zx Spectrum, Amiga VS Atari, Windows VS Mac, iPhone VS Samsung...
E dopo tanti anni sono ancora convinto che non sia il programma a fare la differenza, ma la capacità di utilizzarlo al meglio.