Beh... cosa dire ragazzi... se non che il quadro che emerge da questo topic, purtroppo, corrisponde alla realtà.
Vi spiego come sono messo io:
Spesso mi scontro con gli amici sull'annosa questione: "...è meglio essere dipendente o autonomo?"
Io rispondo sempre: pro e contro... dipende uno come la vede, cosa vuole dalla vita, ecc...
Ho 33 anni, sono geometra libero professionista. Nonostante i chiari di luna, devo essere onesto, per il momento non mi manca il lavoro.
L'anno scorso ho vinto un concorso per tecnico comunale part-time. Mi piace come esperienza ed è formante... e non ci sputo sopra... però per quello che guadagno, forse (ma senza forse) sarebbe meglio stare in studio. Non fosse altro che fare l'uno (la professione) e l'altro (il dipendente pubblico) non è così facile come sembra... insomma... richiede tanto tempo ed impegno e una sorta di "trasposizione professionale". Però, come ha detto già qualcuno, stringiamo i denti e andiamo avanti...
Occupandomi poi di sicurezza cantieri, sono costretto a scannarmi con i colleghi che non hanno la minima competenza in materia (e lo dico senza essere ipocrita, ma E' COSI!!!) e che fanno dei preventivi al masssssssssssimo ribassssssso che Brunetta a confronto è un gigante.
E poi, ho a che fare con pluriblasonati studi che hanno dentro l'ufficio schiere di praticanti e fuori dalla porta la targhetta dorata con scritto "engineering & architectural the best in the world" che non valgono un beneamato ca**o!!! Che si fanno sospendere le pratiche edilizie più banali con richieste di 10-12 punti di integrazioni e che mettono piede in cantiere se va bene 2 volte l'anno.
Chi invece mette tutto il suo impegno e non guarda solamente ai soldi, a volte non è ripagato abbastanza, nè sotto il profilo economico, nè sotto quello professionale.
Avrei mille aneddoti da raccontare... magari un'altra volta...
Alla domanda "cosa la spinge ad andare avanti?" Falcone rispose "lo spirito di servizio"... forse sui libri di scuola dovrebbero insegnare questo.